
GENERATIVE ENGINE OPTIMIZATION
Perché il futuro della SEO non parla più ai motori, ma con i motori
di Francesca Rosselli, SEO Strategy Lead Intarget
Quando ho iniziato a lavorare nella SEO la regola aurea era una: scrivi per gli utenti, ottimizza per Google. Oggi, nel pieno di una rivoluzione generativa, non basta più.
I contenuti non vengono solo letti, ma sintetizzati da intelligenze artificiali che guidano le scelte ben prima del clic. In un mondo dove non si cerca soltanto, ma si chiede e si riceve una risposta, l’obiettivo non è più “essere visibili”, ma essere raccontati.
La SEO è cambiata. Il contesto anche.
Per anni abbiamo pensato all’ottimizzazione come un insieme di regole: struttura del sito, keyword, backlink. Poi sono arrivati gli aggiornamenti semantici, il mobile-first, i Core Web Vitals. Ora il campo da gioco si è spostato di nuovo.
E il nuovo arbitro si chiama AI.
Modelli generativi come ChatGPT, Gemini e Perplexity non si limitano a restituire link: generano risposte complete, interpretano bisogni impliciti, creano narrazioni. Se il tuo brand non è presente nei loro modelli, non viene consigliato, menzionato, né considerato.
In altre parole: non esiste.
Da posizione 0 a conversazione 1: cambia la metrica, cambia la sfida
La partita non si gioca più solo su Google. Si gioca ovunque l’utente cerchi risposte, consigli, ispirazione. E spesso, quelle risposte arrivano da AI che decidono in autonomia quali brand includere.
Questa rivoluzione non riguarda solo le startup tech o i colossi digitali. Riguarda ogni impresa che voglia essere competitiva in un contesto affollato, credibile agli occhi (e agli algoritmi) delle AI e considerata nel momento della scelta.
Dalle fashion house alle aziende B2B, dalle PMI italiane alle multinazionali: se il tuo pubblico chiede “qual è il miglior brand nel mio settore?”, devi esserci. E per esserci, non basta ottimizzare. Bisogna raccontare.
Una nuova grammatica per essere scelti
Essere rilevanti nei contesti generativi significa riscrivere le regole della visibilità.
Significa lavorare su:
- Fondamenta tecniche solide, che includano un’architettura chiara, dati strutturati e un uso corretto di markup e JavaScript, così che i contenuti siano facilmente leggibili dalle AI
- Presenza semantica, per assicurarti che il tuo brand sia associato a temi chiave e valori strategici
- Contenuti adatti al dialogo, che rispondano a domande reali, in linguaggio naturale
- Fonti autorevoli, perché le AI apprendono dai segnali esterni: se non sei citato in contesti credibili, vieni escluso
- Monitoraggio continuo, perché la visibilità AI-driven non è statica: cambia con le tendenze, i dati e le nuove interazioni
Non si scala più una SERP. Si entra, giorno dopo giorno, nelle risposte generate.
SEO, AEO e GEO: che differenza c’è?
- SEO (Search Engine Optimization): è l’ottimizzazione tradizionale per i motori di ricerca. L’obiettivo è posizionarsi al meglio sulle SERP di Google, Bing e simili, lavorando su keyword, struttura del sito, contenuti e link.
- AEO (Answer Engine Optimization): è nata con l’ascesa degli “answer engine” (Google Assistant, Alexa, Siri), cioè i sistemi che restituiscono una risposta unica e diretta, spesso in formato vocale. Qui la sfida è diventare “quella risposta”, non solo apparire tra i link.
- GEO (Generative Engine Optimization): è l’evoluzione attuale. Non si tratta più solo di essere trovati o citati, ma di essere inclusi, raccontati e consigliati dalle AI generative (ChatGPT, Gemini, Perplexity). Qui conta la presenza semantica, la reputazione del brand nei dataset e la capacità di inserirsi nelle narrazioni che le AI costruiscono.
In sintesi: SEO fa trovare, AEO fa rispondere, GEO fa raccontare.
Ma se non misuri, stai solo sperando
Ottimizzare per l’AI senza sapere se e come vieni rappresentato significa lavorare alla cieca.
Per questo in Intarget abbiamo creato BAIS – Brand Artificial Intelligence Share, la nostra piattaforma proprietaria per misurare la visibilità e la reputazione di marca nei contesti dominati dai modelli generativi.
BAIS risponde a domande che oggi nessuno strumento SEO può affrontare:
- Il mio brand viene citato nei risultati generati dalle AI?
- In quali contesti semantici? Con quale sentiment?
- Qual è la mia visibilità rispetto ai competitor?
- Da quali fonti le AI apprendono queste informazioni?
GEO + BAIS = Una strategia che parla il linguaggio del futuro
Lavorare sull’ottimizzazione generativa senza una misurazione della propria “AI share” è come fare branding senza ascoltare il mercato. Allo stesso modo, avere metriche sulla presenza nelle AI senza un piano di azione è un esercizio sterile.
L’approccio che promuoviamo in Intarget è integrato e concreto:
🔁 Monitori la tua rappresentazione con BAIS
🔁 Agisci sui contenuti, sulle fonti e sui segnali semantici
🔁 Misuri l’impatto su awareness, consideration e conversion
🔁 Adatti la tua strategia, in tempo reale
La SEO è viva. Ma ha cambiato voce.
No, la SEO non è morta. È diventata conversazionale, dinamica, semantica.
I motori non si accontentano più di leggere: vogliono capire, scegliere, raccontare.
Se il tuo brand non emerge nei risultati generativi, stai già perdendo mercato.
E il tempo per rimetterti in gioco è adesso.
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