Illustrazione di mani che tengono un binocolo con occhi grandi stilizzati, su sfondo blu acceso.
Marketing - 10.11.2025

SEO, AI E CONTENUTI GENERATIVI: LA GUIDA DI INTARGET PER ESSERE TROVATI (E RACCONTATI) DAI MOTORI DEL FUTURO

Dai Large Language Model alla Generative Engine Optimization: le strategie per costruire visibilità e autorevolezza nel web conversazionale. La ricerca non è più la stessa.

Per anni abbiamo cercato informazioni cliccando link. Oggi, con l’arrivo di modelli linguistici come ChatGPT, Gemini e Perplexity, quella dinamica è cambiata per sempre. Google AI Overviews ne è la prova più evidente: la ricerca non restituisce più una lista di risultati, ma una risposta ragionata e sintetizzata dall’AI.

Nel nuovo scenario la SEO non basta più. La visibilità non si conquista con le keyword, ma con la capacità di farsi comprendere e rappresentare dai modelli generativi.

È la nascita della AEO – Answer Engine Optimization e, più in profondità, della GEO – Generative Engine Optimization.

Qual è oggi l’impatto reale degli LLM su visite e acquisti?

Gli LLM (Large Language Models) si stanno affermando come un nuovo punto di accesso ai brand e all’e-commerce, evolvendo da chatbot a motori di scoperta integrati nella ricerca.

Secondo Adobe Analytics, tra luglio 2024 e febbraio 2025, il traffico referral da fonti AI generativa verso i siti retail negli Stati Uniti è cresciuto del +1.200%, con un picco del +1.950% nel Cyber Monday 2024.

Eppure questo canale, anche se oggi rappresenta meno dell’1% del traffico totale, mostra comportamenti di qualità superiore: i visitatori provenienti da fonti AI:

  •  navigano +12% di pagine per visita,
  • hanno un bounce rate inferiore del 23%,
  • mostrano una propensione crescente all’acquisto: la conversione, che a luglio 2024 era –43% rispetto ad altri canali, a febbraio 2025 si è ridotta a –9%, recuperando 34 punti percentuali.

Gli utenti che arrivano da fonti AI sono più informati, più ingaggiati e molto propensi all’acquisto.

Dalla SEO all’AEO: una nuova grammatica per essere scelti

Per anni la SEO si è basata su regole precise: struttura del sito, parole chiave, backlink, mobile-first, Core Web Vitals.

Oggi, però, il nuovo arbitro si chiama AI.

La visibilità non dipende più dal ranking di una pagina, ma dalla probabilità che il suo contenuto venga incluso nelle risposte generate da un modello AI.

Non si scala più una SERP: si entra nelle risposte.

Essere rilevanti in questo contesto significa:

  • disporre di fondamenta tecniche solide, con architettura chiara e dati strutturati;
  • garantire una presenza semantica coerente con i temi chiave del brand;
  • creare contenuti conversazionali, che rispondano a domande reali in linguaggio naturale;
  • comparire in fonti autorevoli, che alimentano i dataset da cui le AI apprendono;
  • mantenere un monitoraggio costante, perché la visibilità AI-driven è dinamica.

Il nuovo obiettivo non è essere trovati, ma essere compresi e raccontati dalla AI in tutte le sue incarnazioni.

Dal B2C al B2AI: la nascita del Conversation Journey

Entro il 2026 i modelli linguistici diventeranno un touch point strutturale nel customer journey.

Gli utenti non digiteranno più keyword: dialogheranno con assistenti intelligenti personali che filtreranno le informazioni e negozieranno con gli “AI agent” delle aziende.

È l’inizio dell’era B2AI, in cui le relazioni tra brand e consumatori si costruiscono tra intelligenze artificiali.

In questo scenario il contenuto diventa la valuta della fiducia: ciò che è chiaro, coerente e autentico verrà scelto e proposto dalle AI.

Cosa serve ai brand per prepararsi al nuovo scenario SEO & AEO?

Per competere in questo contesto serve una nuova mentalità di creazione dei contenuti, capace di coniugare tecnologia e significato.

  1. Accessibilità agli LLM – rendere i contenuti leggibili dai crawler AI (robots.txt, JavaScript, schema markup).
  2. Machine readability + sintesi – scrivere in modo chiaro, denso e “answer-first”.
  3. Authority diffusa – essere presenti nei canali che alimentano i dataset (Reddit, YouTube, Substack).
  4. Dal funnel alla conversazione – pensare a contenuti modulari e riusabili, pronti per essere citati dagli LLM.

Quali contenuti devono produrre i brand per essere visti dalle AI generative?

  • Testo strutturato: è la chiave per essere letti e interpretati dagli LLM. Senza testo accessibile, organizzato e semanticamente strutturato, i modelli non possono citare o raccomandare il brand.
  • Immagini e Video: Il ruolo di immagini e video si sta evolvendo in una duplice direzione: non servono più solo a convincere l’umano, ma sono diventati cruciali per informare l’AI. Grazie alla visione artificiale, i modelli multimodali oggi “leggono” i contenuti visivi, analizzandone il contesto e i dettagli. Di conseguenza, elementi tecnici come metadati dettagliati, alt text descrittivi e trascrizioni video non sono più accessori, ma diventano asset SEO fondamentali per essere scoperti e raccomandati dall’intelligenza artificiale.

GEO: Generative Engine Optimization

La GEO rappresenta l’evoluzione naturale della SEO e dell’AEO.

Non si tratta più solo di apparire o rispondere, ma di essere raccontati dalle AI generative, che costruiscono narrazioni e selezionano le fonti più credibili.

In sintesi:

  • SEO fa trovare
  • AEO fa rispondere
  • GEO fa raccontare

La differenza non è semantica: è strategica.

Significa passare dal posizionamento alla partecipazione nei dialoghi digitali.

Verso il 2028: dal click alla conversazione

Nei prossimi tre anni assisteremo a una trasformazione profonda delle fonti di traffico e dei touch point:

  • Declino dei click in SERP: oltre il 60% delle ricerche già oggi si chiude senza clic.
  • Social come palcoscenico emozionale: continueranno a guidare awareness e ispirazione.
  • LLM come consulenti d’acquisto: accompagneranno il consumatore fino al checkout.
  • AI-to-AI commerce: gli agent dei brand dialogheranno direttamente con quelli dei clienti.

Il Customer Journey diventa così una conversazione continua, dove l’AI interpreta e filtra.

I contenuti dovranno essere più sintetici, più leggibili, più autentici: racconti per i social, risposte per gli LLM.

 

I contenuti del futuro 

  • Dal SEO alla “Conversational Optimization”: I contenuti dovranno essere progettati pensando non solo a chi li legge direttamente, ma anche a come un LLM li interpreterà e li restituirà all’utente finale nel momento del bisogno.
  • Single-touchpoint readiness: se i canali di pre-acquisto si concentrano su LLM e social, i contenuti dovranno essere chiari, sintetici, arricchiti di metadati e facilmente citabili.
  • Testo + dati strutturati: dataset e API aperte diventeranno centrali nella distribuzione di informazioni.
  • Multimodalità machine-readable: è sempre più importante che immagini e video siano accompagnati da metadati, alt text, trascrizioni e sottotitoli per poter essere interpretati e consigliati dagli LLM multimodali.
  • Storytelling per social, precisione per LLM: il social resterà la vetrina emozionale, l’LLM il consulente razionale.

 

Conclusione: la SEO è viva, ma ha cambiato voce

La SEO non è morta.

È diventata conversazionale, semantica e generativa.

I motori non si accontentano più di leggere: vogliono capire, scegliere e raccontare.

Le aziende che iniziano oggi a rendere i propri contenuti AI-ready — accessibili, strutturati e coerenti — saranno quelle che domani verranno citate, consigliate e scelte.

Nel nuovo web non basta più ambire alla visibilità.

Bisogna riuscire ad essere la scelta logica dell’Intelligenza Artificiale.

 

Fonti:
Adobe Analytics, marzo 2025
Adobe Analytics: Traffic to U.S. retail websites from Generative AI sources jumps 1,200 percent
Kartik Hosanagar
Hey AI, buy my product: How LLMs are rewriting the customer journey
Valido.ai, luglio 2025
“How AI is reshaping the ecommerce buyer journey” 
TechRadar Pro, agosto 2025
Future-proofing brands’ search strategies: harnessing LLMs for enhanced discoverability”